parrocchia Santa Barbara - page 33

“Non nobis Domine”: sessant’anni di fede
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“Non nobis Domine”: sessant’anni di fede
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Ceresa,
costruirono
e
gettarono il primo malfermo
ponte, senza parapetti. Fedeli
ed abitanti della zona
iniziarono ad utilizzare quella
scorciatoia sebbene con un
po’ di timore.
Naturalmente si chiese al
comune di portare un po’ di
ghiaia nella zone fangose ai
due lati del ponte e un po’ di
illuminazione pubblica: ciò a
testimonianza di quanto fosse
all’epoca difficile ottenere
cose che oggi diamo quasi
per scontate. Sull’argomento dell’illuminazione ci è stato tramandato
l’aneddoto degli operai venuti a piantare i pali della linea elettrica: i
parrocchiani li avvisarono che la parte al di là del Rio Cimetto apparteneva
ad una proprietà privata e che il ponticello avrebbe potuto essere rimosso in
qualsiasi momento, a semplice richiesta. Dopo qualche istante di perplessità
e di sguardi tra loro, decisero di aiutarci dicendo che, in tale evenienza, loro
stessi avrebbero provveduto anche alla rimozione dei pali, e l’illuminazione
elettrica fu stabilita.
Al primo ponte, complici le esondazioni del Rio Cimetto che ne decretarono
una breve durata, ne seguì un secondo, a cura e spese di alcuni esercizi
pubblici che stavano nascendo in zona. Esso venne usato per diversi anni
fintantoché lo stesso sindaco di Venezia decise di costruire un terzo ponte,
molto più curato, realizzato col legname avanzato nel rifacimento, a
Venezia, del ponte dell'Accademia. Duplice effetto di tali ponti furono –
oltre ad agevolare la frequentazione di chiesa, asilo e scuola – portare le
autorità cittadine ad affrontare il problema della difficile viabilità del
quartiere: fondamentale fu l’appoggio alla causa da parte di Mons. Luigi De
Perini: furono stanziate risorse per una copertura del Rio Cimetto estesa e
definitiva che poi riguardò l’intero tratto dalla tangenziale fino a via dei
Poli, alla quale parteciparono alcuni costruttori in cambio della possibilità di
utilizzare il sedime coperto a servizio delle nuove abitazioni costruite in
zona nella seconda metà degli anni ’70.
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