parrocchia Santa Barbara - page 43

“Non nobis Domine”: sessant’anni di fede
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“Non nobis Domine”: sessant’anni di fede
che, adirato, ordinò nuovi supplizi, in particolare di flagellarle con violenza
i fianchi, applicandovi fiaccole ardenti. Fu colpita con un martello al capo,
le amputarono le mammelle, la costrinsero a girare nuda per i paesi
vicini. Ma, invocato dalla stessa il Signore, le fu inviato un angelo che la
ricoprì di una stola bianca, così da sembrare una sposa pronta per le nozze.
Condotta nel castello del governatore, questi emanò la sentenza di morte,
che il padre volle eseguire lui stesso con la spada. Trascinata sul monte,
Barbara chiese al Signore due grazie: “Chiunque nel Tuo santo nome si
ricorderà di me e farà memoria dei giorni del mio martirio, tu, o Signore,
non ricorderai i suoi peccati nel giorno del giudizio, ma gli sarai propizio”, e
“Tutti quelli che verranno dove saranno deposte le mie reliquie e ci siano
acque salutari santificate, riceveranno per grazia tua la salute dell’anima e
del corpo”. La preghiera fu esaudita: il padre la decapitò, nello stesso luogo,
con un’altra giovane cristiana, Giuliana, però mentre scendeva dal monte, fu
colpito da un fuoco proveniente dal cielo, tanto che non restò niente del suo
corpo. In seguito a questa tradizione, Barbara divenne la patrona di chi
perisce improvvisamente, senza essere in stato di grazia. Ella è invocata
anche da quanti sono esposti a lavori pericolosi quali gli artiglieri, i
carpentieri e i minatori, di cui ancora oggi è la protettrice.
Le reliquie di Santa Barbara.
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