“Non nobis Domine”: sessant’anni di fede
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“Non nobis Domine”: sessant’anni di fede
Il Patronato, oggi.
“
Patronato
”. Oggi questa parola provoca ai più nostalgia, soprattutto
sfogliando queste pagine di ricordi, perché ci ricorda ancora una volta come
i tempi del nostro vivere siano cambiati, resi più frenetici, disumanizzanti.
Poveri di fede e di riflessione. Come ci ha raccontato Franco Fabbro, (per
tutti in parrocchia “
Ciablo”)
, un tempo in questi spazi i ragazzi venivano a
centinaia: fatti i compiti per casa, non perdevamo l’occasione di trascorrere
qui un paio di ore, prima della “
tivù dei ragazzi
”. C’era un tempo per il
gioco, un tempo per le preghiere, il fioretto, l’attività parrocchiale. Perché
tutto questo non c’è più? E’ cambiato qualcosa nella Parrocchia? No, il
“problema” non è la parrocchia, che tenta di sopperire al calo di vocazioni,
ma i ritmi imposti dal vivere odierno, che non lasciano più respiro alle
famiglie in cui sempre più spesso (se non nella maggior parte dei casi) sono
entrambi i genitori a dover lavorare. Questo ha provocato l’allungamento
dei tempi di scuola fino a fagocitare tutto il tempo dei ragazzi, per i quali ci
affanniamo a trovare attività collaterali di “svago” o di formazione sportiva
che fatalmente completano agende già troppo fitte. Così lo stare assieme, i
principi dell’educazione alla Fede e alla morale passano sempre più indietro
nella classifica delle priorità che riempiono le nostre giornate. Se un tempo
la formazione delle idee avveniva confrontandole, leggendo e riflettendo sui
Un matrimonio tra giovani della Parrocchia