“Non nobis Domine”: sessant’anni di fede
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“Non nobis Domine”: sessant’anni di fede
fu colpita dal colera riuscendo però a guarire. Rimessasi in salute, riprese la
sua opera con maggiore impegno di prima, fondando sulla collina del
Vomero un grandioso santuario, poi ceduto ai salesiani e oggi parrocchia
salesiana del Sacro Cuore. La congregazione, passata la bufera, prese
incremento e si estese in tutte le regioni dell’Italia Meridionale, giungendo
anche in America Latina. Il 2 luglio 1906 fu emanato dalla Santa Sede il
decreto per il suo riconoscimento. Nel 1909, madre Isabella De Rosis subiva
un’altra grave prova: un visitatore apostolico inviato da Roma per un
controllo fu abbastanza severo con la fondatrice chiedendone non solo le
dimissioni, ma anche la destituzione e la relegazione. Madre Isabella che,
pur erede di un ricco patrimonio, si era distaccata da tutto, per offrirsi come
vittima di olocausto al S. Cuore di Gesù, sentendosi ispirata a riparare le
offese che il Signore riceve dai peccatori e a perpetuare nella Chiesa lo
spirito di riparazione, accettò di vivere ed offrire al Signore una lunga serie
di umiliazioni, amarezze, incomprensioni e sofferenze, che ne minarono le
forze. Ricolma di meriti rendeva la sua anima a Dio l’11 agosto 1911 a
Napoli, all’età di 69 anni; fu tumulata provvisoriamente nel cimitero
cittadino di Poggioreale e poi da lì nella chiesa dell’istituto, situato nel
panoramico Corso Vittorio Emanuele. La fama della sua santità e le grazie
dispensate mossero l’arcivescovo di Napoli, card. Alessio Ascalesi, ad
aprire nel 1934 il processo diocesano per la sua beatificazione, che chiuso
dopo 20 anni, procede nelle fasi finali presso la congregazione romana per
le cause dei santi.
Il nome del nostro Asilo Parrocchiale.
S. Bartolomea Capitanio (Lovere, 13 gennaio
1807 - 26 luglio 1833) è la fondatrice (insieme a Vincenza Gerosa) della congregazione
delle Suore di Maria Bambina, che furono chiamate a gestire per molti anni l’Asilo
parrocchiale che per questo Le fu intitolato. Sin da bambina, progetta giochi e si
improvvisa maestra tra le compagne, prefiggendosi già scopi di bene; adolescente,
interpreta nel sorteggio della pagliuzza più lunga, proposto in una ricreazione, la
chiamata alla santità e risponde con una decisione audace: «
Voglio farmi santa, gran
santa, presto santa
». Trascorre quattro anni nell'educandato delle Clarisse e altri due
come educatrice. Ritorna in famiglia a diciassette anni, nel 1824, decisa a vivere a
fondo l'esperienza cristiana. Gradualmente comprende di essere chiamata a fondare un
istituto che abbia «per scopo le opere di misericordia». Incomincia a scriverne il
progetto il 26 aprile 1831, lasciandosi ispirare dalla “carità ardentissima di Gesù
Redentore” per proporne l'imitazione alle figlie del suo istituto, al quale dà inizio il 21
novembre 1832 con la sua prima compagna Caterina Gerosa. Nel giugno del 1833
firmano insieme l'atto costitutivo con tanta fiducia nella Provvidenza, poiché
Bartolomea è gravemente malata e Caterina si ritiene inadeguata a continuare l'opera.
Un mese dopo, il 26 luglio, la fondatrice muore e l'Istituto passa nelle mani della
compagna come una preziosa ma impegnativa eredità. Papa Pio XII le proclama sante
insieme il 18 maggio del 1950.