“Non nobis Domine”: sessant’anni di fede
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“Non nobis Domine”: sessant’anni di fede
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fontanella esistente alla Giustizia o di una che si trovava vicino ad una
chiesetta nell'attuale borgo S. Giacomo
(dopo l'ex passaggio a livello in
direzione di Chirignago dove ora si trova la farmacia sulla sinistra, NdR).
C'erano insomma, nel 1945, campi e prati: una vera zona rurale. Allora, e
nei dieci anni successivi, cominciarono la costruzione di nuove case. Per
raggiungere un asilo, la scuola o la chiesa c’era chi andava alla Gazzera -
attraverso il cavalcavia, in quanto via Calucci non esisteva ancora e al suo
posto c'era un grande fossato - chi a Chirignago; chi in via Piave o
addirittura a Marghera”.
Era l’anno 1949 quando Giuseppe Cavinato, ufficiale sommergibilista, offrì
al patriarca di Venezia, cardinale Carlo Agostini, la donazione di 2.000
metri di terreno affinché venisse edificata, in questa parte della città
all’epoca poco più che deserta, una chiesa con il desiderio che venisse
dedicata a S. Barbara, patrona dei marinai. La zona della futura parrocchia è
peraltro ampia, racchiusa in un territorio compreso tra le vie Giustizia,
Miranese, la linea ferroviaria della “Valsugana” (con un cavalcavia del tram
per Mirano poi demolito e sostituito dal passaggio a livello, rimosso pochi
anni fa), i fiumi Rio Cimetto e Dosa. In questo territorio le tre ville: Ceresa,
Cavinato, Semenzato. A tagliare il territorio il rio Cimetto, che delimitava le
campagne prospicienti la riva nord, appartenenti al territorio di Mestre e
quelle affacciate alla riva sud al territorio di Chirignago, suddivisioni
presenti fino a poco tempo fa anche nei confini di avviamento postale:
appartengono infatti a Chirignago le prime case di via Lussimpiccolo,
dinanzi alla tangenziale, ma sono nei confini di Mestre gli edifici all’inizio
di via Calabria con le vie Etruria, Irpinia, Lucania.
Il territorio della Parrocchia nella Mestre degli anni 50.