parrocchia Santa Barbara - page 15

“Non nobis Domine”: sessant’anni di fede
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“Non nobis Domine”: sessant’anni di fede
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l’aiuto del proprietario di villa Ceresa, che concesse il permesso affinchè
venissero celebrate le messe festive nella villa che ancora recava i segni dei
bombardamenti. Nei pochi negozi della zona apparvero dei cartelli con i
quali si annunciava la celebrazione delle prime Messe festive, e a villa
Ceresa si completò il minimo arredo con la prima croce e la prima campana,
suonata per le vie del quartiere da un ragazzo in bicicletta per chiamare i
primi fedeli alle funzioni.
Costituzione della “curazia” e nomina del primo Sacerdote.
Il 6 Novembre del 1955, il vicario generale del patriarcato, mons. Erminio
Macacek, venne a Villa Ceresa portando con sé un documento, primo tra
quelli storici che alleghiamo nelle pagine seguenti, in cui veniva sancita la
costituzione della “
curazia autonoma
” di S. Barbara, tracciandone i confini
(in lingua italiana, mentre il resto del documento, come prassi ecclesiale
dell’epoca, era in latino). C’era un documento ufficiale, c’era il posto,
c’erano tante energie e voglia di iniziare, di costruire e questo bastava: un
solo paramento sacro di colore verde, e ciò era quanto necessario alla
comunità parrocchiale per incontrarsi nelle S. Messe, funzioni, dottrina,
adunanze d'Azione cattolica, funerali, matrimoni, pratiche matrimoniali. Il
tutto all’aperto, salvo gli inevitabili imprevisti: le piogge improvvise, la
fauna non sempre gradita proveniente dalle campagne o dai fossati vicini,
all’epoca a cielo aperto: oche, galline, i tacchini dei custodi della villa e
qualche roditore pronto a seminare l’inevitabile panico tra i fedeli assorti in
preghiera, eppure quegli istanti e alcuni episodi sono ricordati ancora oggi
con emozione e nostalgia da coloro che, all’epoca, presero parte alla nascita
della comunità: La statua della dea Diana abbattuta, una cagna tedesca che,
sotto l'altare, diede alla luce cinque cuccioli, la seconda campana di S.
Barbara, attaccata all'albero dietro l'altare, il confessionale.. ospitato tra gli
alberi.
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