“Parrocchia S. Barbara” Mestre (VE
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“ arrocchia S.Barbara” Mestre (Ve)
CAPITOLO IV: LA COMUNITA’ VIVA.
Il patronato.
Migliaia di ragazzi hanno trovato nel Patronato di S.Barbara il loro
ambiente sereno, educativo, ricreativo. Franco Fabbro, uno dei parrocchiani
più attivi negli anni dell’inizio, così ricorda e racconta quel periodo. “
Può
sembrare incredibile, ma c'è stato un tempo nel quale ogni strada, ogni
caseggiato, ogni cortile del nostro quartiere era popolato da frotte di
ragazzi e ragazzi, allegri e queruli come solo loro sanno essere. Erano gli
anni 1960 - 70. Prima che iniziasse la "grande estinzione", questi ragazzi,
venuti da ogni luogo con le loro famiglie, trovavano nel patronato il loro
naturale punto di ritrovo, di divertimento e di crescita umana e spirituale.
Vero, inesausto motore del patronato, un giovane sacerdote, don Ettore
Fuin, che profondeva le sue energie migliori proprio per noi ragazzi.
Ricordo le sue battaglie per avere “terra per il patronato”, per creare un
polmone verde, un'oasi di riposo nel dilagante cemento. Ricordo le
interminabili partite a pallone sotto il sole estivo, con la polvere e il sudore
che sporcavano le magliette da calcio disegnate da don Ettore stesso (e poi
lavate dalla sorella Margherita); ricordo i pomeriggi d'estate sotto gli
alberi a giocare a dama, scacchi, “Non t'arrabiare”, “Monopoli”. Era la
stagione delle cerbottane, delle fionde, dei "fuochi", delle marachelle, delle
capanne costruite coi rami degli alberi, delle giornate trascorse
interamente a giocare in patronato. E il cinema parrocchiale ? La
domenica pomeriggio, finito il vespro, tutti fuori e, oplà, un tendone bianco
e la sala chiesa si trasformava in sala cinema con tutti noi a battere le mani
per il 7° cavalleggeri e a ridere con Stanlio e Ollio. Che emozioni! E le
gite? Ben pochi di noi avrebbero, allora, avuto la possibilità di “fare
turismo”; grazie a don Ettore, si partiva con 3 o 4 pullman in giro per il